Primi

Bisticci e sorprese!

Protestavo quando ero piccina, sbattevo i piedi opponendo resistenza, urlavo fino a cambiar color in viso e nessuno, sottolineo nessuno pareva scomporsi.
Neppure mio padre dal quale mi aspettavo un po’ più di comprensione, mia madre invece, portava con sé “l’arte del tacere”. Diceva sempre che era utile apprendere a quella età che le discussioni era meglio evitarle che accenderle. Ed io che a quei tempi di parole ne avevo poche l’accontentavo.
Soffrivo perché era chiaro che nessuno mi prendeva sul serio.
“Figlia femmina sei e a tua mamma ci devi fare compagnia”!
Il tono di voce era chiaro e non lasciava sperare ad altro. Uscivano tutti e tre i miei fratelli e mio padre. Quasi sempre andavano in posti nuovi a raccoglier qualcosa. Una volta erano le lumache, altre le more, altre ancora rametti di finocchietto selvatico.
Appena usciti mi chiudevo in camera, mi sedevo a terra e aspettavo che qualcuno venisse a regalarmi una carezza. Puntualmente arrivava mia mamma e tanto faceva che mi convinceva a raggiungerla di là.
Conservava nelle tasche sempre una storiella da raccontarmi e tra le mani ago e filo colorato a ricamar pensieri.
Gazpacho
Cosa occorre…
500g di pomodori maturi
1 peperone rosso
1 cetriolo
100g di pane raffermo
1/2 cipolla rossa
1 spicchio d’aglio
Sale
Pepe
Olio extravergine di oliva
Come si prepara…
Per prima cosa mettete il pane in ammollo per almeno venti minuti.
Lavate i pomodori, il cetriolo ed il peperone, sbucciateli e tagliate a cubetti. Passateli nel mixer per qualche minuti aggiungendo l’aglio, la cipolla e abbondante olio di oliva. Frullate fino ad ottenere un composto del tutto omogeneo.
Prendete la mollica del pane, strizzatela e unitela al composto. Frullate nuovamente per qualche istante, aggiustatela di sale e pepe e riponetela in frigo prima di servirla.
image
image
image
image 

0 commenti

  1. Quando ho visto il tuo gazpacho, mi son ricordata di uno splendido viaggio in Andalusia. Fresco e buonissimo… mi ero sempre ripromessa che dovevo rifarlo perché mi era piaciuto tantissimo ma… mai fatto!!. Mi sa che con questo caldo …..a presto Baci

    1. Wow chissà che esperienza! La bellezza di un viaggio è un po’ anche questa. Riscoprire ed assaporare gusti nuovi, mescolare, frullare, rivisitare pietanze altrui e farle nostre! A presto allora con la tua versione di Gazpacho!

  2. il gazpacho non è un piatto tipico della mia terra [lombarda], ne della mia cultura famigliare e personale… ma la storia che la precede, ed i profumi di un tempo che, per fortuna e purtroppo sono tanto lontani, fanno bene al cuore

  3. Bella scena del tuo tempo ed anche del mio con la differenza che era mio padre a consolarmi con le sue attenzioni, un piccolo dono anche senza parole bastava a farmi capire che se protestavo era per ragioni e non per capricci.
    Adoro il gaspacho ed oggi le tue foto hanno una luce meravigliosa. Bravissima!
    Un abbraccio

    1. Non sai quanto piacere mi faccia detto da te! Faccio lenti, lentissimi progressi, ma sono certa che appena potrò comperare una buona macchina avrò possibilità di sbizzarirmi! Ti abbraccio forte

  4. E quante volte è accaduto così anche a me, che sia stata la parola di meno invece che quella in più a fare la differenza, a mettere in una posizione di forza nel senso più metaforico del termine. Perchè tutto ciò che diamo di noi è svelarsi, e a volte risparmiare parte dei pensieri ci dà il tempo di rifletterci su, ravvedersi o consolidare un’opinione che potrà così essere affermata oltre, con basi più solide.
    Amo il tuo gazpacho elegante e genuino, rusticamente chic.
    Ti abbraccio

    1. Col passare degli anni mi convinco sempre più che sono i gesti che avvengono in silenzio a far la differenza. Quelli di cui nessuno s’accorge, che nessuno sente, ma tu sai che ci sono. Così è con le parole. Ogni tanto ne vorremo tante da riempirne i giorni, altre le scoviamo scavando a fondo dentro di noi. Così mi accade quando penso ai silenzi di mia madre. Grazie Margherita, un tenero abbraccio a te. Buonanotte

  5. L’immagine dell’ago e filo mi fa pensare al “cestino da lavoro”, ossia dove mia madre teneva tutto l’occorrente per cucire… c’era un doppio fondo e in un ripiano c’erano tanti bottoni, di tutti i colori e le forme, per cui impazzivo! Potevo restare ore sul letto a giocarci, toccandoli, mettendoli in fila… ho vaghi ricordi di quei momenti, ero davvero piccola, ma ho foto a rinfrescarmi la memoria e racconti di mia madre che ancora oggi si diverte con tenerezza a narrarmeli… 🙂
    Quest’anno sto preparando moltissimi gazpachi, li adoro! Puoi farli con tutte le verdure che vuoi e sono il parente salato del gelato per come rinfrescano!
    ps: bella la prima foto con l’aglio, con sfondo scuro!

    1. A casa mia siamo davvero in tanti. Ed ogni donna ha sempre avuto un ruolo specifico. “Ognuna col suo mestiere e la sua arte” diceva sempre mia nonna. Mia zia era la sarta di casa. Correvamo tutte da lei quando avevamo bisogno. Mi piaceva guardarla, vederla muovere con aghi tra le dita e fili colorati. Con gessi, fogli e stoffe di ogni genere. E se per lei era tutto sinonimo di normalità io ci vedevo magia. Col tempo imparò mia madre, anche se lei era molto più ferrata coi ferri.
      Mi diverto anch’io a prepararli, sono freschi e veloci e soprattutto buoni! Vorrei anche provare con la frutta!
      Grazie mille Franci! Un abbraccio e buonanotte

  6. Sarei corsa io ad abbracciare quella bambina, consapevole come sono di quanto possa far male non riceverne quando ne hai più bisogno. Lottare come novelle Don Chisciotte contro quei mulini a vento che sembrano sempre così grossi e stabili per noi eternamente vissute dalla fragilità delle nostre emozioni. Dovevamo saperlo, allora, quanto erano importanti quelle carezze, avremmo dovuto dirglielo allora quanto ne avevamo bisogno. Oggi abbiamo imparato che anche il silenzio, in fondo, può essere amico, anche lui può insegnare, che di parole da sprecare per urlare non ce ne sono, che di urli, inutili, ne è pieno il mondo. Oggi abbiamo imparato che nel silenzio possiamo dissipare tante paure, scioglierle e tesserle da capo, con la consapevolezza che possiamo tirarne fuori la forza per affrontarle.
    Questo gazpacho è bellissimo, da finirlo a ditate, tornando un po’ bambine.
    Ti abbraccio forte.

    1. Il tuo abbraccio è arrivato!!! Me lo tengo stretto stretto come si fa con le cose belle, come si fa con quelle che porteresti sempre con te e non lasceresti mai! Ed è vero, oggi capisco quanto importante sia il silenzio, quanto vano è sprecar parole e aver poi le tasche vuote! A presto dolcezza☺️

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *