La mia prima volta ai fornelli non la ricordo a casa di mamma. No. Con lei ci si limitava al ruolo di aiutante. Si scrutava con attenzione ogni cosa, la si imprimeva forte nella mente perché restasse tanto a lungo.
Neppure con nonna riuscivo ad ottenere di meglio, tranne quando decideva di impastava il pane, la pizza o la brioche per colazione. In quei momenti mi concedeva la possibilità non solo di starle vicino e ammirarla lavorare, ma di aiutarla impastando insieme a lei.
Tranne quei momenti, accompagnati per lo più da una qualche occasione, io, ai fornelli, ci stavo davvero poco.
Eppure, mi piaceva toccare con mano gli ingredienti, sentirne il profumo…il fuoco acceso ed il coperchio di una pentola che borbottava. Mi piaceva l’idea che dal poco venisse fuori tanto, che l’essenziale era tutto lì, a portata di mano e che non servisse null’altro.
Così, quando finalmente ne ho avuto l’occasione non ho esitato un solo istante ad indossare il mio grembiule a righe e provare quell’emozione tanto desiderata.
Fu esattamente al primo anno di università, dopo una lunghissima serie di toast con formaggio e prosciutto che decisi che era ora di mettersi ai fornelli e, che in fondo non sarebbe stato così difficile.
I primi tentativi furono assai pessimi.
Era tutto troppo o niente.
A partire dagli ingredienti, alle dosi che non erano mai esatte e finire poi alla cottura.
Quella triste realtà mi portava a sentir spesso la mancanza delle lasagne di mamma, le polpette al sugo di nonna, la sua brioche che inebriava la cucina tanto da svegliarci tutti quanti.
Da allora, di dosi ne ho sbagliate tantissime, di piatti errati ne ho fatti tanti, ho salato così tante volte la pasta tanto da non poterla mangiare, ho bruciato la carne perché l’olio era troppo caldo, ho ucciso il lievito perché l’acqua era bollente…ma alla fine da tutti questi errori ho imparato.Ho imparato ad amare la lentezza che accompagna gesti gentili e mai privi di senso. Che il miglior ingrediente è la felicità e, che se dosata bene da vita ad una ricetta meravigliosa.
Il sapore dolce di qualcosa che resta.
Pan brioche a spirale.
Cosa occorre:
250g di farina 00
250g di farina Manitoba
100g di zucchero
80g di burro a temperatura ambiente
110ml di latte
5g di lievito di birra secco
2 uova
3 cucchiai di cacao amaro
Per spennellare:
1 tuorlo
Come procedere:
In una ciotola versate le due farine, lo zucchero, il lievito secco, le uova e mescolate. Lasciate intiepidire il latte e versatelo a filo poco per volta. Iniziate ad impastare fino a quando l’impasto non avrà raggiunto la giusta consistenza.
Unite poco per volta il burro fino a quando il panetto non l’avrà assorbito del tutto. Quando l’impasto sarà pronto dividetelo in due parti. Uno riponetelo in una ciotola coperto da pellicola e lasciate riposare fino al raddoppio, l’altro mettetelo nella planetaria e aggiungete il cacao. Se necessario ammorbidite l’impasto con un po’ di latte. Mescolate fino a quando non avrà assorbito il cacao del tutto. Coprite e fate lievitare.
Trascorso il tempo di lievitazione riprendete i due impasti e divideteli in 3 parti. Stendete ogni pezzo con un matterello fino a formare un rettangolo. Ripetete lo stesso procedimento con quello al cacao e accostate il panetto sopra l’impasto chiaro. Fate lo stesso con le altre due parti.
Foderate o imburrate uno stampo da plum-cake e riponete all’interno l’impasto.
Fate lievitare nuovamente per circa 40 minuti. Quando sarà pronto spennellate la superficie col tuorlo e lasciate cuocere a 180ª per circa 40 minuti.

Mi rifaccio all’ultimo libro che ho letto…la nonna di Ada le dice che lei è bimba speciale, ma purtroppo ascolta solo il rumore delle cose che finiscono, così quando è ancora bambina le insegna ad appoggiare l’orecchio su tutti gli inizi, sui rumori che si ricorderanno! Ed ecco che mi accorgo di non ricordare la prima volta che decisi di imparare a cucinare davvero…ed è un peccato! Devo prestare attenzione! Melania io devo farti i complimenti a) perché questo panbrioche è favoloso e prima che si abbandoni il forno vorrei provare la ricetta! B) le tue foto.hanno un’ anima sempre più bella, di volta in volta…meraviglia tutto!
Non è mai troppo tardi per iniziare ad ascoltare. Per prestare l’orecchio ai suoni della vita. Sentirli forte, tenerli stretti e imprimerli nella mente. Si può, si deve sempre cominciare da un inizio perché resta, nonostante tutto. Un abbraccio fortissimo Silvia!
Wow poetiche le ultime parole del prologo ????!
Il salato di tanti cibi spero non provenga dalle lacrime però….
Niente lacrime, solo sorrisi che spalancano il cuore ad un nuovo inizio!
Leggendo il post non ho potuto fare a meno di notare delle somiglianze con ciò che ho scritto nel mio blog, di come sia nato il mio amore per la cucina.
Bravissima e ricetta buonissima ????
Certi amori nascono per caso, quando meno te l’aspetti. Nascono così, leggeri, senza far rumore. Bussano alla porta e in un abbraccio improvviso ci colgono alle spalle. Sono amori che hanno bisogno di tanta cura e dedizione. Amori per certi versi difficili, ma capaci di regalare una gioia infinita nel cuore.
Il mio amore per la cucina è cresciuto col tempo poco per volta, ma pian piano si intensifica sempre di più. È parte di me. Di quella me che ama raccontarsi attraverso un buon piatto.
Felice di condividere con te questa passione! A presto e benvenuta.
Quanto è bello Melania, è stupendo. Mi sembra di sentire il profumo di buono da qui. Anche io ho cominciato tardissimo a cucinare, dopo che mi sono laureata. Però da piccola passavo ore a guardare mia nonna e mia mamma cucinare, mi piaceva così tanto stare li seduta a guardare quei gesti magici.
Hai fatto un vero capolavoro, questa si che è una colazione coi fiocchi. bellissimi anche le foto, trasmettono quello che io chiamo “il calore di casa”
Se volgo lo sguardo indietro e ripenso a com’ero e cosa preparavo mi vien da sorridere. Il tempo passa e per fortuna aggiungo ci dona la possibilità di evolverci e cambiare. Ed io, di cambiamenti ne ho fatti davvero tanti. Sono fiera di ciò che sono. Di questa passione nata per caso e che cresce ogni giorno di più. Di non voler mai smettere di scattare, raccontare, impastare e sentirmi bene tra le cose che più amo.
È davvero una brioche bellissima e coreografica e mi piacerebbe provare a farla ma nei lievitati sono un po’ capra e mi aiuterebbe un passo passo ????. Davvero complimenti anche le foto sono bellissime ????
Ogni tanto succede anche a me di desistere di fronte a qualcosa che ritengo più grande e complesso da realizzare. La tenacia e la voglia di provare però mi spingono oltre le mie paure.
Mai fermarsi. Mai asserire di non riuscire.
Bisogna solo aver il coraggio di iniziare. Ti abbraccio Ketty!
calma e pazienza e molta memoria, le uniche cose che non devono mancare in dispensa per un piatto memorabile, hai proprio ragione. Bellissimo pan brioche..
Non sono mai riuscita a preparar nulla nel via vai che ogni tanto aleggia in cucina. E neppure tra la gente riesco a dare il meglio di me. Per me, la cucina è silenzio, solitudine e la trama dei ricordi che tesse una nuova melodia.
È lasciarsi guidare da ciò che si è e da quello che si ha, trasferire tutto in un piatto e farne qualcosa di buono.
Io avevo più la possibilità di cucinare perché spesso mamma era fuori e quindi mi toccava prepararmi il pranzo. Mi è sempre piaciuto cucinare i dolci per gli altri, una cosa che non ho mai abbandonato: mi piace quando la gente è felice e mangia silenziosa e con un sorriso stampato in faccia!
E anche io ho iniziato a cucinare all’università: lì non c’era nessuno che poteva aiutarmi, quindi ho cercato d’imparare da ogni cosa che vedevo, una coinquilina più brava, la mamma di un’amica da cui andavo a pranzo, l’amica che conosce questo piatto o quell’altro… Insomma, un poco alla volta sono riuscita a capire come si cucina!
E questo pane, tra l’altro il pan brioche è una cosa che adoro!, mi fa pensare che le decorazioni così belle ancora non le ho imparate a fare! Vengo a spiare a casa tua?
Di come la necessità si trasforma velocemente in virtù! E imparare non è mai stato così piacevole come quei tempi un po’ più spensierati. Dove si captava ogni minuscola informazione facendola nostra e rendendola perfino speciale.
Io ho appreso tanto dai libri, poco dagli altri. Tranne che da nonna e mamma che avevano un trucchetto per ogni cosa.
La voglia insaziabile di sapere è la stessa che mi ha portata fin qui, dove sono ora. Con addobbi da svelare alle amiche, con la curiosità di sapere sempre di più.
Esattamente: d’imparare non si smette mai e ci sono sempre cose nuove dietro l’angolo, anche in un mondo così esplorato che è la cucina!
…è un incanto questo panbrioche tutto arrotolato e cicciotto…lo adoro!
Io ho inziato a pasticciare in cucina con la mia nonna prima e con la mamma poi, seguendo le ricette della mitica Mariarosa 😉
Purtroppo la pazienza è una dote che mi manca ahimè e coi lievitati sono una mezza frana…mi consolo con i capolavori degli altri, questo tuo, per esempio….
Un bacio tesoro
Mamma e nonna, i pilastri fondamentali della cucina. Credo un po’ per tutti si sia partiti da lì. Dai loro consigli, da una visione forse diversa dalla nostra, ma che ad ogni modo ci ha portato senza dubbio lontano. Dal loro coraggio e dalla capacità di non arrendersi mai. Da quella forza imprescindibile di riuscire a realizzare ogni cosa, anche l impossibile. Dalla pazienza e dedizione che mettevano in ogni loro preparazione. Tu dici che a te manca, io credo che se scavi dentro di te pian piano la ritrovi.
I primi esperimenti risalgono a quando dodicenne mi cimentai a preparare crostatine.Ommmiodddio che ne venne fuori,e la mia cavia,ovvero il papi,che mi diceva che erano buone.Santo subito,erano immangiabili,povero papuzzolo.Senti Melania,avrai fatto tanti errori,ma oggi i tuoi risultati son superbi.Questo Pan brioche,oggi è il re di fb????????
Bedda amica mia!!! Se non ci fossi tu….❤️
Sono davvero fiera di tutti gli errori commessi, mi hanno portata qui. Tra le cose che amo e che non smetto di preparare. Ti stringo forte forte
Anch’io da piccina aiutavo mia nonna a cucinare …
Sono dei ricordi preziosi che mi accompagneranno sempre.
Bellissima la tua brioche … come del resto tutto ciò che fai <3
Un abbraccio
Simo che se lo dici tu che la brioche è bellissima io quasi mi emoziono! Come i ricordi che teniamo stretti, le parole che accarezziamo e i profumi che respiriamo! Ti abbraccio e spero di risentirti presto.
Un abbraccio di cuore <3
Sto provando a lasciarti un commento, ma non me lo fa pubblicare. Lo riscrivo e vediamo se stavolta va 🙂
“Le ricordo bene le mie prime volte ai fornelli. A 6 anni, per mescolare la ricotta e lo zucchero per la pastiera, o l’impasto delle polpette, o stendere la pizza e formare cordoncini di pasta frolla per la crostata. Mi madre mi ha sempre permesso di mettere le mani in pasta, ma sotto sua sorveglianza, finché un giorno, a 12 anni, ho deciso di provare a fare da me (di nascosto). Preparai una apple pie, con un crust impastato per ore, dimenticando lo zucchero e riempiendo di limone le mele per non farle annerire. Era immangiabile. Da allora ho fatto pasta insipida e, spesso, scotta, frittate spatasciate (che ancora faccio ahah), carne cruda.. ma la testa è dura e la voglia di imparare, di dedicarsi c’è stata tutta. Siamo tenaci e anche tu, dopo tanti insuccessi, ecco le meraviglie che crei. Questa brioche mi piacerebbe averla ora qui, per sentirne il profumo e gustarla calda col mio yogurt e frutta 🙂
Era tantissimo che non tornavo. Quante cose da dirci e da scoprire.
Un abbraccio :*”
Siamo tenaci noi, si! E direi anche per fortuna! Guardarsi indietro non sempre è sbagliato. Alle volte, farlo può aiutare più di quanto crediamo. Osservare tutti i passi fatti, i gesti raccolti, le parole dette e quelle tenute strette per non farle volare via.
Sbagliando si impara. E noi di cose ne abbiamo apprese tante, e sono certa che tante altre arriveranno. Non ci fermiamo mai perché questa passione è cresciuta e continua a crescere insieme a noi.
Ma lo sai che è fantastico? mi piace un casino la forma che è venuta fuori, con quelle spirali chiare/scure. Mi sa che la provo … Anche io ho cucinato tante di quelle ciofeche all’inizio che non avrei mai pensato, un giorno, di imparare davvero a far qualcosa di buono. Però ho cominciato molto presto … forse 8/9 anni. Nonna passava a casa nostra lunghi periodi dell’anno e ci teneva imparassi a fare pane e pasta fresca. E come si arrabbiava se le orecchiette non erano tutte uguali! Anche mamma ci insegnava e, mentre lei era al lavoro, ci lasciava indicazioni sui piatti da cucinare. E mai mai ci ha fatto mancare il suo incoraggiamento, anche quando bruciavo il piatto in questione, magari perchè avevo usato un gas troppo alto. Che bei ricordi mi hai evocato. Buona giornata di festa, a presto ♥
Adoro i lievitati. Si innesca una magia immensa quando li preparo. Il contatto con la farina, quella lentezza che non smetto mai di cercare mi regala momenti di gioia. E prepararli è il regalo che mi concedo.
Guardavo sempre nonna quando lo preparava e quelle immagini le ho nitide in testa. Non l’ho mai aiutata, solo osservata per lungo tempo. Ma mi è servito molto. Mi piacerebbe poter condividere con lei quei momenti, ma non posso più. Perciò li tengo stretti a me.
È un dono che ci siano nella nostra vita. Ci hanno insegnato tanto…guarda tu quante meraviglie fai Terry! Le tue orecchiette saranno perfette adesso…ti abbraccio
Bellissima e immagino buonissima,si impara quasi sempre dai propri errori,l’importante è non scoraggiarsi mai.
All’inizio non la prendevo bene. Impiegavo molto tempo prima di una preparazione, mi scoraggiavo molto se il risultato non era quello sperato. Fortuna il tempo e la tenacia hanno voluto che il mio atteggiamento cambiasse. Adesso, mi munisco di pazienza, ho molta più esperienza e gli errori sono lievi. Bisogna crederci sempre nelle cose. Per questo son arrivata fin qui. ❤️
Verissimo, a olte basterebbe più fiducia i se stessi e tanta tenacia, mai dire non sono capace… come mi capita spesso di sentire.Ciao carissima
Hai imparato molto bene direi e questo pane sembra essere il tuo riscatto da errori che comunque ti hanno insegnato a diventare la brava cuoca che sei oggi. Questo pane mi lascia ammirata, bravissima. Un abbraccio grande
La verità è che credere in qualcosa fa bene, ci forgia tantissimo e ci rende più forti, sicuri di fronte alle difficoltà. Il non desistere mi ha portata fin qui. A muovermi tranquilla tra i fornelli, a saper cosa fare di certi ingredienti e iniziare ad amarne di altri.
Benedetti quegli errori che oggi ci fanno realizzare queste bontà e rivivere quei ricordi magnifici custoditi nel cassetto della vita. Un abbraccio!
Sbagliare per imparare è quanto di più bello possa esistere.
Un tempo, avrei scritto diversamente, forse per via della poca esperienza. Oggi, sono felice di ogni mio errore. Oggi, sono la somma di tutti i miei errori e volgendo lo sguardo indietro li afferro, uno ad uno e, rivivendoli, mi scappa un sorriso.
Mi hai ricordato due cose: la prima che anche io avevo da nonna il mio grembiulino personale e l’aiutavo a fare i tortellini (diceva che avevo le ditina piccole e andavo bene per avvolgerli). La seconda è che a mio fratello negli anni dello studio a Bologna, gli ho fatto mangiare tante di quelle schifezze che se ci penso ora m vergogno! Meraviglioso questo pan brioche, spettacolare, complimenti. Un bascione
Poveri loro e tutti quelli che si son prestati a far da cavia. Ahah! Però vediamone il lato positivo. Guarda adesso dove siam arrivate e quante bontà prepariamo? Molte! Adesso, son certa si presterebbero ben volentieri ad assaggiare ogni nostro piatto. Un forte abbraccio gioia!
Io a pulire casa sono la numero uno, in cucina vedevo sempre mia nonna sfornare delle meraviglie, ma se devo dirti la verità ho iniziato a cucinare quando sono andata a convivere, non sono male come cuoca, ma ho poco tempo, vedere le tue creazioni mi fa venire voglia di rimandare tutto il resto per mettermi davanti ai fornelli, poi queste brioche sono una meraviglia.
Che belle parole che hai scritto. Ti ringrazio davvero tanto. Io non mi definisco una cuoca, semplicemente amo impastare, frullare e farlo per di più mi rilassa tantissimo. Ed inoltre, Neanch’io ho molto tempo, di solito mi congedo uno due giorni per star ai fornelli, con i tempi che più preferisco. Mi rilassa tanto e adoro sempre provare cose nuove. Sono lieta te apprezzi, chissà che un giorno non possa condividerlo tu insieme a me. ????????
Ciao Melania! Meraviglioso il tuo pan brioche a spirale…viene proprio voglia di allungare la mano ed assaggiare! 🙂 Spero tu abbia trascorso bene la Pasqua! Bello il tuo racconto! Anch’io adoravo guardare mia nonna cucinare ed impastare. Mi piace pensare che è anche grazie a lei se oggi amo la cucina. Ho letto ed ammirato a lungo le creazioni altrui prima di darmi da fare in prima persona…ma la cucina – tra le altre cose – è anche condivisione, no?
Buona Serata ed A Presto,
Annalisa
Mia cara Annalisa, sono state settimane intense, mi sono concessa più tempo per me, ed ho girato un po’ la Sicilia.
Sono stata pochissimo ai fornelli, ancora meno qui sul blog! Tornata in campo oggi, non ho perso tempo per rispondere uno ad uno a tutti i commenti. E sono sempre tanto felice di ritrovarti qui.
Questo Pan brioche racchiude passato e presente. Quando gli errori sono solo frutto di tutto quello che si è imparato. Ti abbraccio forte.
Ciao Melania! La Sicilia è una bellissima regione…che spero di tornare a visitare presto! Anche per me sono state settimane intese ma, tra un impegno e l’altro ci ho infilato qualche ricettina delle mie! Sono d’accordo con te: c’è tanto da imparare dagli errori!! 🙂 Quando avrò tempo ne voglio fare uno anch’io…mi hai fatto proprio venir voglia! 🙂
Un abbraccio ed A Presto,
Annalisa
Sembrava di leggere me e Anna Luisa. Praticamente abbiamo iniziato a cucinare da quando ci siamo conosciuti, all’inizio dell’Università, perché a casa, anche se sei interessato, di solito c’era sempre qualcun altro a cucinare. Quella era la prima vera occasione per mettersi ai fornelli 🙂 E mi sa che sia così per molti 🙂
Questo pan brioche è davvero spettacolare!
È vero, a casa si finisce col non far nulla proprio perché ci sta sempre qualcuno pronto a far le nostre veci. Io personalmente, non ho mai cucinato molto. Mia madre considerava la cucina il suo regno, al massimo mi concedeva la possibilità di guardare.
Quando ho iniziato a star da sola, ho capito che il cibo pronto e quello in scatola non era granché. E insomma…i risultati eccoli!
Ne hai fatta di strada dai toast al formaggio Melania, e come se nei hai fatta! E che soddisfazione deve essere quella di guardarsi indietro e vedere quanta strada si é fatta soprattutto quando la consapevolezza dei progressi porta con sé serenità e il piacere dei piccoli gesti, quelli lenti e ripetuti. Queste foto sono meravigliose, te lo devo proprio dire, ma ahimè la brioche a spirale forse lo é ancora di più!
Marghe di necessità ne ho fatta virtù! Ecco! Il cibo pronto non mi è mai piaciuto e, la voglia di sperimentare era sempre tanta. Ho iniziato con poco attraverso piccole cose, poi pian piano è arrivato tutto il resto. Anche il blog mi ha aiutata molto negli ultimi due anni. Ho cucinato tante di quelle cose che neppure immaginavo. E son felice di questo e che apprezzi questa brioche! Un abbraccio stretto a te.
La mia prima volta in cucina è stata al rientro dalla luna di miele, alle prese con un barattolo di aglio e peperoncino già sminuzzati dalla mamma per farci la pasta, con l’interrogativo e il telefono in mano per sapere che ci avrei dovuto fare… bene, eh? Però la mamma in cucina non mi ci ha mai voluta perché, a suo avviso, avrei portato solo confusione, mentre il papà ha sempre cercato di condividere quel poco che sapeva, quindi la mia fortuna è stata l’assenza dal lavoro per maternità, periodo nel corso del quale ho sperimentato, assaggiato, mescolato, annusato, impastato… e in casa si è iniziato a mangiar bene.
Questo pan brioche è di una bellezza spettacolare… anche tu ne hai fatta di strada, eh?
Un abbraccio!
Anche mamma asserisce di non voler confusione in cucina e per tale motivo preferisce abitarla da sola. Fatto sta, che quando mi son ritrovata ad abitare da sola di difficoltà ne ho incontrate tante e, quando non riuscivo chiamavo lei in soccorso.
Ancora oggi, è così! Ogni tanto la chiamo per qualche piccolo segreto che torna sempre utile, per il sostegno che solo lei riesce a darmi e la spinta di non fermarmi mai. Neppure di fronte a difficoltà apparentemente più grandi di me. (Se ti mando un abbraccio magari arriva a te❤️)