Dolce

Voce del verbo "ritornare"

Le cose guariscono, le cose ricominciano, le cose tornano…
(Stefano Benni)
Sarà stato quel sentore di nostalgia capitato proprio mentre se ne stava lì, nella tasca della vita dove i respiri si intrecciano, fino a diventare vibrazioni su cui poter soffiare.
Sarà stato l’impulso di voler ripercorrere i vecchi sentieri calpestando i passi di un tempo, (ri)scoprendo magari che nulla era cambiato, che tutto era esattamente come lo aveva lasciato. Odori, profumi, quell’azzurro sempre così intenso, le strade assolate e tra le viuzze sprazzi di felicità.
Ma succede di voler (ri)tornare.
Di volersi confondere tra le cose, di volerle poi bagnare, e sentire quella sensazione di stupore attraversare la pelle.
Lo sa bene lei, la pioggia, che è arrivata improvvisa proprio quando nessuno l’aspettava, quando l’estate esplosa in tutta la sua bellezza racconta la gentilezza dei gesti semplici.
Lei che teme spesso di mostrarsi, e gioca buffamente a nascondersi dietro nuvole che corrono tanto più in fretta del tempo che passa.
Si è mostrata leggera e sottile, sprigionando quel profumo inconfondibile di una terra bagnata, non più arida. Ostinata ma cortese nel vestire pozzanghere passeggere come fossero tele colorate sulla quale disegnare.
Fermare il tempo, saltarci dentro e scegliere un colore.
Scegliere quale diventare.
Ho scelto quello delle pesche, intenso e dolce…
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Clafoutis con pesche caramellate e mandorle.
Cosa occorre:
1kg di pesche
60g di mandorle a lamelle
3 uova
80g di zucchero di canna
1 bicchiere piccolo di moscato
200ml di latte di mandorle
90g di farina di mandorle
Un pizzico di sale
Come procedere:
Lavate aaccuratamente le pesche, tagliatele a metà ed eliminate Il nocciolo. Tagliatele a spicchi.
In una padella antiaderente fate caramellare le pesche insieme a 30g di zucchero di canna. Togliete le pesche dal fondo di cottura e fate evaporare quest’ultimo con un bicchiere piccolo di moscato.
In una ciotola sbattete le uova, unite un pizzico di sale, il fondo di cottura delle pesche, la farina di mandorle, il latte di mandorle e amalgamate il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo.
Cospargete una teglia (la mia tonda) ma va benissimo qualunque altra teglia con lo zucchero di canna rimasto, trasferitevi le pesche cotte versate limpasto e cospargete la superficie con le mandorle.
Fate cuocere in forno per 45º minuti a 180º
Ricetta tratta dalla rivista sale pepe di Giugno.
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0 commenti

  1. Amo la pioggia, quella che scende sottile e che sembra ricoprire tutto con un manto e che crea un’atmosfera…non amo quella impetuosa del temporale, mi fa paura.
    Amo invece il tuo post, pieno di colore, che sprigiona profumo e senbra voler dire assaggiami…
    Buon lunedì amica, un grande abbraccio

    1. È stato strano svegliarsi la mattina, affacciarsi e trovarla lì mentre bagnava le cose e le strade. Strano sentirne il profumo in un mese dove il caldo ha fatto il suo ingresso, dando poco spazio al vento e al freddo ormai andato. Eppure, è stato piacevole sentirla, scorgerla attraverso la finestra e volerne avere ancora un po’ di più. Coccolarsi con un dolce che richiama la bella stagione e sprigiona colori e profumi tanto intensi. ☺️❤️

  2. Le pesche, le regine incontrastate dell’estate. Mi fanno ricordare quando da piccola andavo ad aiutare mio zio a raccogliere le pesche. Anche se si faceva tanta fatica per me erano davvero delle giornate di festa, si lavorava e poi si finiva mangiando meravigliose pesche dolcissime maturate sull’albero.
    Non ho mai preparato il clafoutis con le pesche, l’aggiunta delle mandorle lo deve rendere davvero speciale

    1. Io le adoro…è tra i frutti che più mi riporta ai vecchi tempi e alle estati di tanti anni fa. Quando ci si riuniva e le si assaporava tutti insieme attorno ad un tavolo. E quando l’estate non è più alle porte, ma viva e calda più che mai, non esito un attimo a comperarle per prepararci qualcosa di buono. Il clafoutis che non avevo mai preparato era in cima alla lista.

  3. “..l’impulso di voler ripercorrere i vecchi sentieri calpestando i passi di un tempo, (ri)scoprendo magari che nulla era cambiato, che tutto era esattamente come lo aveva lasciato.” Ho sperimentato questa sensazione, quest’impulso, qualche giorno fa tornando alla mia casa al mare: è rimasta immutata nel tempo proprio come l’ho lasciata da bambina. Ho un bel giardino lì, e parecchi alberi da frutta, tra cui un pesco profumatissimo e..mi ci hai fatto tornare di nuovo. Grazie, buona settimana splendore.

    1. Tornare dove si è stati, dove si è cresciuti e scoprire come tutto resta immutato. Che alla fine il tempo passa, non cambia tutte le cose, ma cambia noi. Ed è una sensazione gradevole, quasi di stupore che accarezza la pelle e si imprime sulle pupille. Bello il tuo albero di pesco, sedersi all’ombra delle foglie e gustarne qualcuno. ❤️ felice settimana a te dolcezza

  4. la pioggerella estiva spesso è ristorante toglie vie quella cappa d’afa e non mette malinconia perchè sai che poco dopo il sole tornerà a splendere e splenderà sul rosso vermiglio a nuance bordoux di queste pesche per dargli la maturazione adatta ad essere colte e tutto “ritorna”. Questo dolce deve essere delizioso e le foto sono bellissime complimenti Melania cara

    1. Proprio così Serena! Nessuna malinconia specie perché si tratta di una pioggerella leggera, che rinfresca l’aria ed i pensieri. Dove accendere il forno non è poi un dramma e ci si ritrova a coccolarsi e a perdersi in dolci profumi. Un abbraccio stretto :))

    1. Ketty, una pioggia passeggera, veloce e fugace…giusto un assaggio di una temperatura che non c’è più. Il sole non da spazio alle nuvole ed il caldo sembra esser tornato più di prima. Ci si gusta il lato positivo di una fugace frescura, che ha lasciato in dono un dolce semplice ma profumato…

  5. Meraviglioso! QUelle pesche parlano da sole, devono essere succose e dolcissime. Sai che non l’ho mai provato con questo frutto? tempo fa ne avevo fatto uno con le ciliegie. Se potessi ne prederei una fettina! Le foto sono magiche mi pare quasi di essere li con te… e non mi dispiacerebbe affatto anzi!! Buona giornata cara un bacio grande

    1. Tu parli di profumi, ed io con questo dolce provo ad arrivare fin lì.
      Dove il profumo si insinua sotto le fessure con le porte chiuse dal troppo caldo, un leggero venticello pare donare conforto e le ombre leggere di quest’ora riposano sotto teneri alberi di pesco.
      Sediamoci vicine, così mi racconti delle tue ciliegie, ed io di come pesche succose si son tuffate in un tenero impasto.

  6. Nella natura tutto è ciclico…. La goccia d’acqua convinta dal sole ed evaporata dall’oceano, dopo essere spinta dai venti per giorni, non si sa se per noia o per caso , cade sulla terra ai piedi di un pesco…le radici la portano al frutto ed il sole, di nuovo lui, la rende succo dolce. Che verrà gustato un giorno di inizio d’estate. Poi in una calda notte d’amore si ritroverà di nuovo nell’aria (stavolta non c’entra il calore del sole) si riunirà alle sue sorelle e di ciclo in ciclo magari, dopo aver fatto in secoli il giro del mondo, ritornerà di nuovo su quella terra.

    1. Forse dura pure poco, ma quando l’avverti, quella sensazione, si sente un leggero brivido attraversare la pelle. La sensazione unica di qualcosa che pervade ma senza mai esser invadente. Un po’ come le pesche quando si tuffano nel clafoutis. ☺️

  7. Mi è piaciuta molto l’immagine delle pozzanghere, quel saltarci dentro e scegliere il colore! Questo delle pesche è bello vivo, solare, estivo! Capita anche a me, di ritornare a percorrere “vecchi sentieri”, lo scrivo tra virgolette che qui a Milano sentieri forse non ce ne sono nemmeno…ma metaforicamente sono tutti quei luoghi che ci sono appartenuti in un tempo lontano. Questo dolce è come un clafoutis? lo sento nominare sempre ma non lo conosco, so però che è fatto in prevalenza di latte…

    1. Quelle pozzanghere sono spesso i luoghi visti, le porte che non riusciamo ad aprire, i salti che rinunciamo a fare…sono gli scogli e le barriere che ci mettono paura tanto da farci fermare e pensare se davvero vale la pena farlo quel salto. Io mi son convinta di si. Quel salto va fatto, oggi e sempre, senza alcun timore, fosse solo per andar oltre e superare tutte le paure.
      E questo clafoutis ne è la prova che gli inizi in fondo non sono poi così terribili, piuttosto sanno stupire ed addolcire giorni grigi.
      (La consistenza è quella di un dolce morbido dentro, un dolce al cucchiaio direi. E la prevalenza è del latte mescolato agli altri ingredienti)

  8. Quando ero ragazzina, amavo tanto la pioggia. Ora mi fa un po’ malinconia…Nonostante ciò, talvolta la desidero, soprattutto nei giorni di grande calura, come ora. Il tuo clafoutis è meraviglioso Melania! Dovrò tuffarmi anch’io prima o poi e provare questo dolce raffinato e sicuramente squisito.
    Bacio grande,
    Mary

    1. A me ha sempre fatto paura la pioggia battente, amo invece quella sottile e passeggera. Quella che si posa sulle cose, bagnandole leggermente. Un po’ come l’altro giorno, quando spalancando la finestra ne ho scorto le sue impronte. Ho pensato che fosse il giorno giusto per accedere il forno e lasciarsi coccolare nuovamente dai profumi.

  9. Ciao Melania! Che bei colori e che belle foto…io adoro le pesche e tu fai decisamente venir voglia di assaggiare un pezzo del tuo Clafoutis! 🙂 I temporali estivi spesso a Milano tirano fuori ancora più umido ma – come ho già scritto – al momento ci troviamo in uno speciale “stato di grazia” e mi godo questa Milano dalle serate luminose e ventilate. 🙂
    Buona Giornata ed A Presto,
    Annalisa

    1. Sarà una stagione caldissima qui in Sicilia, forse più del solito, e trovar ristoro in una pioggia passeggera rende davvero tutto un po’ più piacevole.
      E allora, ogni scusa è buona per preparare un dolce e assaggiarlo serenamente col l’aria più fresca. Ti abbraccio anch’io Annalisa ❤️

  10. Quest’anno che almeno di qui di pioggia se n’è vista davvero poca, è quasi una benedizione, anche per la frutta e la verdura estiva che tanto amo. Anche la frutta e la verdura, con il loro ritornare ciclico ci portano sempre un po’ indietro, a ripercorrere strade e ricordi passati.

    1. È uno di quei temporali che fanno bene, ma così fugace il suo passaggio tanto da non rendersene conto. Restano le impronte, le gocce che scivolano sui vetri, il profumo della terra umida e l’aria che rinfresca le cose.

  11. quando ero bambina mi piaceva tanto la pioggia: sapevo che a distanza di poche ore sarei riuscita a convincere la mamma (o meglio il papà) a farmi mettere gli stivaletti rossi e andare a fare cif ciaf nelle pozzanghere.
    Mi piaceva vedermici riflessa, come uno specchio di sotto sopra, e intingere i miei piedini come il pennello nei miei amati acquerelli e disegnare sogni monelli.
    puoi capire quanto io apprezzi qst tuo articolo dolcissima amica. <3

    1. L’impulso e l”irrefrenabile voglia di tuffarcisi dentro. Di sguazzare nei colori e afferrare tutti quei riflessi che l’acqua magicamente creava. Quanta gioia e spensieratezza in quei gesti semplici, ma pieni di tutto. ❤️ ti stringo forte e un bacino alla piccolina.

  12. Io non amo la pioggia, so che è necessaria, la sopporto ma non la amo. Sopratutto quella che dura giorni e giorni, colorando tutto di grigio. Mentre la pioggia d’estate della vostra splendida terra, mi piace e mi ristora. I colori restano immutati; l’azzurro del cielo, il celeste del mare, il verde degli alberi … e tutti i vostri frutti, che hanno quei colori intensi, come le tue pesche, che al primo sguardo ho scambiato per mele … buono questo clafoutis, goloso con quel buon sapore di mandorle. Ottima idea, buon fine settimana tesoro, un abbraccio

    1. Terry dette da te queste parole hanno un valore doppio. Tu che la mia terra l’hai percorsa solo qualche giorno fa. Che ne apprezzi profumi e sapori, ne riempi gli occhi di tutti quei colori vivaci. È una terra che da e toglie, basta solo trovare la maniera di apprezzarla e capirla. Buon fine settimana a te❤️

  13. Le cose guariscono… ed è verissimo… accade! Con tempo, impegno, tenacia, speranza… ma accade! Alcune ritornano, certo, come una confortante presenza e un’inossidabile certezza… ma il bello è che tante altre invece non lo fanno. E lasciano così spazio al nuovo… a tutto quel nuovo che necessità di teglie capienti, che vuole e merita un terreno vergine, svuotato da fili che a volte è necessario tagliare… e vedrai quante pesche crescono, su alberi ben potati! 😉

    1. Torna tutto o forse nulla va mai via per davvero. Il tempo fa la sua parte, ma al resto pensiamo noi.
      Noi siamo gli artefici delle nostre scelte. Siamo noi a decidere se sfogliare ricordi è doloroso o magari farlo è necessario per rendersi conto del coraggio che si è avuto. Noi a scegliere quando è opportuno lasciare la porta socchiusa dopo che per lungo tempo è stata sbarrata.
      Noi a riempire nuovi spazi…

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