Dolce lievitati.

Hokkaido milk bread, e riflessi(oni) di una luce nuova.

Vorrei raccontare di questa luce nuova che investe le cose intorno a me.
La scorsa settimana, sfogliavo le foto appena scattate quando l’occhio si è posato su quei riflessi che giocavano con lo sfondo.
La tenda di pizzo rifletteva esattamente la sua trama su quella fetta di Pan brioche, sfiorando il tagliere e, diramando poi quei raggi altrove.
Ho cercato per molto tempo di raccogliere ogni riflesso, ogni flebile raggio per farne qualcosa di mio. A volte, sono riuscita. Altre No. Questo non mi ha di certo scoraggiata, anzi, mi ha spinta a cercare non tanto fuori, ma dentro di me ciò che desideravo vedere.
Gli occhi sono abituati a guardare le cose intorno, ma osservarle con occhi attenti rende tutto diverso. Andar oltre la superficie delle cose rivela il più delle volte anche i più piccoli dettagli.
Apre scenari che raccontano perfino strade a noi sconosciute.
La fotografia spalanca le porte e mette a dura prova tecnica e conoscenza, mostrando quanto in realtà, quella luce la si conosca poco.

Pensavo di aver raggiunto il culmine massimo del mio sapere dopo aver trascorso anni a capire le fonti di luce e i vari riflessi.
Solo che non ne sono più sicura.
L’altra mattina si è aperto di fronte ai miei occhi uno scenario completamente nuovo.
Una luce diversa che cammina di pari passo con questa stagione lentissima.
Un sole che resta intenso come quello dei mesi estivi ma che, non scalda più come allora. Ha il dono di accarezzare le superfici, sfiorandole appena e creando un groviglio intenso di riflessi.
Ho amato da subito quella luce decisa e nostalgica e ho cercato di farla mia senza sforzo alcuno.
Ho visto quella nostalgia entrarmi dentro fino a scivolare tra i sospiri, le parole e poi i passi, nuovi e silenti, e il bisogno di spiare tra le fessure, la vita.

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Hokkaido milk bread

Ingredienti:

Per lo Tangzhong:
120g di acqua
40g di farina W 350
Per l’impasto:
400 g di farina W 350
50g di zucchero semolato
130 ml di latte intero
25 g di burro a pomata
1 uovo
Tutto lo tangzhong
Un pizzico di sale
3 g di lievito secco disidrato

Procedimento:
In un pentolino versate la farina e l’acqua e mescolate energicamente con una frusta.
Mettete sul fuoco e continuate a girare fino a quando si sarà formata una sorta di gelatina.
Versate il composto in una ciotola e riponete in frigo a raffreddare. (Io tutta la notte)


Nella ciotola della planetaria versate la farina, il lievito secco, lo zucchero, il pizzico di sale e mescolate.
Unite il latte intero a t.a. Lasciando girare il gancio a velocità media per qualche minuto.
A questo punto unite tutto lo tangzhong, l’uovo e azionate sempre a velocità media la planetaria. Lasciate girare per qualche minuto fino a quando l’impasto inizierà a risultare omogeneo.
Unite il burro a pomata, da qui in poi vi occorreranno altri 15 minuti.
Coprite la ciotola con la pellicola e fate lievitare fino al raddoppio.
Trascorso il tempo necessario infarinate il piano da lavoro, pesate l’impasto e ricavatene 4 parti uguali.
-con l’aiuto di un matterello formate delle palline e stendetele creando un rettangolo.
Portate i due lembi esterni verso il centro, fate 1/4 di giro, stendete nuovamente e arrotolate il rettangolo su se stesso.
-Imburrate lo stampo da plumcake e riponete l’impasto.
-fate lievitare fino al raddoppio.
-spennellate la superficie con il tuorlo Infornate a 180º per 50 minuti circa. Lasciate raffreddare completamente prima di sfornare.

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18 commenti

  1. Eh lo so, la luce delle volte ti mette con le spalle al muro, io poi che ancora non ho trovato un angolo decente dove fotografare lo so bene, la luce mi inguaia ancora di più soprattutto perché di tempo per sperimentare ne ho ben poco.
    Però questi raggi di sole mi piacciono come mi sono piaciuti quelli che illuminavano i biscotti del post precedente, per non parlare di quella briosciona che già mi immagino tuffata nel latte come faccio di solito con la treccia viennese, una meraviglia molto simile a questa “cosa nipponica” che hai proposto tu. E che mi copio perché mi ha già fatto venir fame…
    Un bacio!

    1. Io per anni l’ho spiata, seguita, accolta, compresa e fatta mia.
      Ma non è mai abbastanza ciò che impariamo o sappiamo. Non è mai abbastanza pensar di conoscere proprio tutto sulle fonti di luce. Ed io, lo credevo. Fino a qualche settimana fa. Dove all’improvviso lo stesso angolino di sempre mi è apparso in modo diverso.
      La luce cambia. Il sole non è più lo stesso e intersecare tutti quei riflessi mi è piaciuto molto.
      So che troverai anche tu il tuo riflesso che ti farà battere il cuore.

  2. la consistenza di questo pane è favolosa, sembra una nuvola… e tu al solito sai catturare benissimo ogni sfumatura con le tue foto. ho salvato la ricetta nei preferiti, sono una pigrona quando si tratta di lievitati ma questo pane vorrei proprio farlo!
    complimentissimi a te 🙂

    1. Ciao Tizy! Ben trovata!
      Sono molto contenta che apprezzi!
      Ci sono ricette che, più di altre ci stanno a cuore e questa, come i biscotti, del post precedente hanno un significato particolare.
      È un Pan brioche sofficissimo e non lo dico per dire. Spero le foto rendano giustizia ????

  3. Che bella quella luce: si porta riflessi di rinascita, è piena di energia. Mi chiedo, se impostassimo la nostra vita con il ciclo della luce, se la nostra energia sarebbe diversa e se saremmo più rilassati… chissà
    Mi siedo accanto a quella luce e accarezzo e gusto il tuo pan brioche

  4. ciao Melania, se dovessi provare con lievito madre, quanto ne metto? e cambiano le dosi della farina e dei liquidi? Grazie di cuore Gabriella

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